Isolamento

IMG-20200227-WA0061Ci sono giornate terribilmente lunghe, oggi per esempio. Dopo una settimana trascorsa in un’assolata città andalusa dove i colori e il sole respingevano l’inverno in un cantuccio, sono rientrata nella mia adorata isola e ho trovato ad attendermi un clima meno caldo rispetto a quello al quale ero avvezza. Un vento gelido di maestrale mi ha fatto ricorrere immediatamente al parka imbottito ma il solo tragitto dall’aereo al terminal deve essere bastato per buscarmi un’infreddatura bella e buona. Insomma nel giro di poco mi sono ritrovata febbricitante con la gola arrossata e un bel raffreddore, ed è così che sono finita di nuovo confinata nella mia stanza. Proprio come nei giorni interminabili del mio percorso di cure, durante la chemioterapia, quando penso di aver contato persino tutti i buchini della tapparella prima di iniziare a scrivere per dare sfogo a tutte le mie paure, per esorcizzare il mio cancro e sentirmi meno sola. Per quanto mi riguarda la scrittura ha assolto egregiamente il suo scopo; da sempre riesco ad esprimere sulla carta quello che a parole mi riesce meno bene. E così mi sono lasciata andare, libera di poter parlare delle mie sensazioni, della mia malattia e del mio rapporto con le persone che mi circondavano. E’ stata una catarsi, una doccia a triplo getto sparata a tutta pressione, ne avevo bisogno ed è stato bellissimo vedere che qualcuno leggeva ciò che scrivevo. Nel giro di pochissimo tempo ho riempito le mie giornate osservando e contemporaneamente partecipando alla mia nuova realtà, fatta di momenti dolorosi ma anche di istanti bellissimi; in stanze impregnate dall’odore pungente dei disinfettanti ho trovato persone che mi hanno aiutata a mantenere la fiducia e continuare a sorridere. E oggi, con questo maledetto coronavirus che sta flagellando praticamente tutto il mondo, mi ritrovo nuovamente sigillata in casa così come tantissimi altri per evitare ogni possibile contagio. La mia malattia mi rende più fragile e quindi le precauzioni non sono mai troppe. E ho iniziato nuovamente ad aspettare il momento in cui potrò uscire di casa, magari solo per camminare un po’ e veder esplodere la primavera nell’aria. Tanti stanno in casa come me stavolta e parecchi si chiederanno quanto possa essere utile. Se ancora pensate che non abbia senso, ascoltate le testimonianze di chi è stato colpito dal virus… sarà più facile persino contare i buchini delle tapparelle. People, stay home!!

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